Rimini, il bel vizio di Valeriani: Ho battuto il mio record di gol

Max

RIMINI. Finora Luca Valeriani ha avuto i soprannomi più stravaganti, quale jolly per la sua duttilità tattica, piuttosto che golden boy (un nomignolo in passato già appiccicato addosso a talenti in erba come Gianni Rivera o Michael Owen) per la precocità delle sue prodezze. Ma adesso può essere chiamato anche bomber. Perché Valeriani, dopo la marcatura con cui ha deciso la sfida di Mantova del 13 novembre, si era issato in cima alla classifica marcatori del Rimini con tre reti. Un bottino che ha ulteriormente incrementato domenica contro il Montichiari, salendo a quota quattro.
«Dopo che avevo segnato il terzo - spiega Valeriani - pensavo che questo primato sarebbe durato poco. Ma quello che mi fa più piacere, è sapere di aver già fatto più gol in campionato dello scorso anno (nel 2010-’11 si era fermato a tre, ndr)». Quattro centri in 16 giornate, che diventano otto in 23 incontri, se sommati a quelli dei play-off di serie D della passata stagione. Una media da buon attaccante, che fotografa solo certe sfumature della maturazione del centrocampista classe ’91. Il duro avvio tra i “prof”. Archiviato l’exploit da esterno destro della passata post-season, Valeriani ad agosto torna all’antico, ossia nel fulcro del campo, a fianco di capitan Brighi. Il debutto nei professionisti è da urlo: prestazione da 7.5 con la Sambonifacese, impreziosita dallo stacco di testa del 2-0. Apparentemente un acuto nella valle dell’eco, perché nei match successivi il ragazzo s’intorpidisce, spaesato e ingabbiato tra le maglie del centrocampo avversario, dove non riesce né a sviluppare gioco, tanto meno ad inserirsi in avanti. «Sono partito bene, poi però, come mi era già accaduto in Berretti e in D, sono calato. Purtroppo le partenze lente mi contraddistinguono, ma non mi sono mai demoralizzato per questo».
La svolta. Studiando la linea mediana del Bellaria, D’Angelo nel derby della riviera ha l’intuizione vincente, schierandolo alle spalle di Gerbino Polo: «Il tecnico durante una partitella del giovedì prima dell’impegno col Bellaria, mi aveva spostato più avanti, ripetendo l’esperimento la domenica, per contrastare il metodista che stava più basso».
Apprezzate le sue qualità in fase difensiva, oltre che la capacità di cristallizzare gli equilibri di squadra, Valeriani ha ripreso pure a graffiare in zona-gol. &laquoerché sto lavorando molto per imparare a ricevere palla in diagonale, in modo che con uno stop guardi la porta e possa effettuare una giocata. L’allenatore mi martella di continuo sotto questo aspetto». Da trequartista atipico il golden boy è tornato a luccicare, e non è un caso che Siena, Padova e Chievo abbiano appuntato il suo nome sui taccuini. «La cosa mi fa piacere, mi è capitato di leggerlo, ma di preciso non ne so nulla. Io lavoro tranquillo e ne riparleremo a gennaio e a giugno. Ne ho di strada da fare». Quel che è certo è che Valeriani pare proprio aver imboccato il sentiero giusto. Dal campo. Rosini si è allenato in gruppo, mentre Gasperoni, i cui esami alla spalla hanno dato esito negativo, è rimasto a riposo. Assente Deluigi.