Calcio: in fermento il mercato del Rimini

小碗馄饨

Chiarezza e linearità: il Rimini intraprende la strada della risalita senza voli pindarici ed effetti speciali, ma con un ds, Zamagna, che come una formichina, a piccoli passi, lavora per allestire un organico competitivo. Il primo passo era la risoluzione delle comproprietà, il secondo è costituito dalle cessioni per fare cassa e liberarsi di ingaggi pesanti. Il primo nome vero in uscita, dopo gli svincolati, è quello di Giovanni La Camera, che segue Acori a Benevento. I prossimi della lista sono Regonesi e Pagano, giocatori ideali per il 4-3-3 di Pioli, a differenza di Ricchiuti, sul quale il tecnico neroverde ha espresso più di una perplessità. Pagano e Graffiedi del Piacenza sono gli uomini su cui Pioli vuole costruire il suo tridente, mentre Regonesi sulla fascia sinistra della terza linea è il puntello ideale per una squadra che non nasconde ambizioni di promozione. Al Rimini arriverrebbe l'esperto centrale Anselmi, sul cui nome ho qualche perplessità, visto che i biancorossi hanno già in rosa l'esperto Milone e il solido Rinaldi e sarebbe forse più utile l'inserimento di un altro giovane(possibilmente veloce), considerata anche la presenza in organico di Vitiello (che potrebbe rimanere), impiegabile sia come centrale che come vice Catacchini, intoccabile sulla destra. Sul fronte acquisti, sfumato Fautario, è caccia ad un forte terzino sinistro, poi si guarderà agli altri reparti. A centrocampo è necessario vendere Basha e Frara per poi ingaggiare un forte regista da affiancare a Cardinale; passo successivo, il restyling delle fasce, visto che al momento in organico si conta il solo Matteini, almeno con un esterno offensivo capace di giocare su entrambi i versanti e magari il veterano Baccin (impiegabile anche in difesa), che a Rimini verrebbe di corsa. Infine Zamagna dovrà affrontare il rebus attacco e qui le note sono dolenti: Docente è insoddisfatto e vuole partire, servono così assolutamente due giocatori di categoria da affiancare a Di Piazza e Mattia Marchi.  Non sarà facile per il neo direttore sportivo romagnolo coniugare necessità di bilancio alle esigenze tecniche della squadra: lo scorso campionato il Rimini è caduto in primis per la debolezza della sua prima linea.
Tornando alle cessioni, ho lasciato per ultimo il capitolo Adrian Ricchiuti. Il capitano ormai ha deciso di separarsi dal Rimini.  Scelta legittima e che probabilmente conviene a tutti: l'ingaggio di Ricchiuti è elevato, tatticamente il Rimini ha bisogno di certezze e le certezze le dà solo un semplice 4-4-2, il giocatore stesso, per valore tecnico, non merita la Lega Pro. Al momento  manca un dettaglio: una squadra interessata davvero al trequartista italo-argentino. In Serie A i club di media-bassa classifica hanno lanciato la figura del trequartista-mediano, un giocatore fra le linee che per prima cosa deve marcare il regista avversario, esempio Pinzi al Chievo, mossa determinante da parte di mister Di Carlo che ha dato equilibrio alla squadra per conquistare la salvezza. Radiomercato ha bisbigliato Cagliari come possibile destinazione, ma Cossu è un fantasista che ha polmoni da mediano e Lazzari un corazziere: il paragone con Ricchiuti non calza, dal punto di vista tattico il 4-3-1-2 cambierebbe non forma, ma sostanza. In serie B, solo Lecce e Brescia potrebbero avere un ritorno di fiamma per Ricchiuti, anche se i salentini hanno abbracciato la linea verde, con  Castillo e Giacomazzi uniche chiocce designate. Alla fine, l'unico porto in cui l'approdo del Chico è possibile e sicuro, è Benevento, dal mentore Leonardo Acori. Un paio di estati fa il tifoso riminese si chiedeva il motivo per cui il capitano non era mai stato considerato dal calcio che conta. La risposta è arrivata tardi, ma è arrivata. La fragilità caratteriale di uno straordinario talento, che quando ha la mente sgombra dai pensieri fa girare il pallone e inventa magie, ma che nei momenti di difficoltà fatica a reagire; allora il pallone non gira più, ma rimane incollato al piede e arriva un mediano, due, tre, a portarlo via. "La solitudine del portiere", ma anche "la solitudine del trequartista", perchè il trequartista si trova nella terra di nessuno, lì fra le linee, e se qualcosa non va, diventa un peso, un ingombro per la squadra. La storia di Ricchiuti al Rimini, salvo colpi di scena, non avrà lieto fine. La grande riconoscenza nei suoi confronti con il tempo permetterà a tutti di perdonare il capitano per questa sua ultima triste recita. Il maestro De Andrè viene ancora una volta in soccorso a noi comuni mortali: "Io mi dico è stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati".