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RIMINI. Sarà dura vederlo in campo domani, ma stringerà i denti pur di sfidare il suo passato. Sandro Porchia, una delle pietre angolari del Rimini targato Cocif, si appresta a disputare la seconda stagione a Bassano, e nella prima giornata di Coppa Italia Lega Pro, incontrerà la sua vecchia squadra. Naturalmente farà di tutto per esserci, anche se non è scontato: «Mi sono infiammato il tendine esterno del ginocchio. Mi sto curando da una ventina di giorni e adesso va molto meglio, ma difficilmente giocherò - spiega sconsolato il difensore 34enne -. Se non dovessi farcela, mi piangerebbe il cuore».
In ogni caso sarà un’occasione per ritrovare nuovamente gli amici di un tempo. «A Paolo Bravo sono legato da un rapporto speciale, con Mastronicola e D’Angelo ho giocato assieme il primo anno in B. Ho già rivisto tutti quanti qualche settimana fa durante un loro allenamento. Una bella sensazione, mi ha fatto un certo effetto». Cosentino naturalizzato tedesco, Porchia arrivò in Romagna via Crotone nel 2005. E dopo tre stagioni nel club di Bellavista (88 presenze e 7 reti il suo score), malgrado abbia proseguito la carriera altrove (Grosseto e Foggia prima dei veneti), il centrale non si è più distaccato dalla città romagnola: «A Rimini ho messo su famiglia e adesso ci vivo. La gente mi stima come calciatore e come uomo. Appena posso vado allo stadio a vedere i biancorossi. Mi fa piacere che siano tornati tra i professionisti». Un tuffo nel passato. Inevitabile rispolverare l’album dei ricordi nel più classico degli amarcord, che riporta il centrale ex Crotone con la mente agli anni della B, quando il Rimini di Leo Acori spesso e volentieri impartiva lezioni di calcio agli avversari. Un triennio in crescendo, quello di Porchia, sostanzialmente in linea con l’escalation degli adriatici. Giunto al Neri con la fama di specialista nei calci piazzati (ed i fatti lo confermeranno, visto che in maglia a scacchi siglerà 3 reti dal dischetto, 2 su punizione ed altrettante da inserimenti su corner), i tifosi dovettero attendere tuttavia fino all’11 marzo 2006 per vederlo esultare (centro su rigore nel 3-3 con l’Avellino). Torneo complicato quello del 2005-06, tanto per il Rimini quanto per il calabro-tedesco: i romagnoli si salvarono infatti solo all’ultima giornata. Magiche ed esaltanti le stagioni seguenti: Porchia guidò magistralmente una formazione che sfiorò in entrambe le occasioni i play-off, firmando complessivamente 6 sigilli (2 nel 2006-07, 4 nel 2007-08). «Tre anni stupendi. Raggiunsi l’apice a Torino con la Juve (17 aprile 2007, finì 0-0, ndr). Dietro giocavamo io, Bravo, Vitiello e Baccin. Ricordo che Paolo mi chiamava di continuo, anche quando non avevo nessuno da marcare. Handanovic fece 5 parate strepitose, non a caso adesso è uno dei migliori portieri europei. Soffrimmo molto, eppure alla fine Valiani rischiò di segnare. Il gol a cui sono più affezionato? L’1-0 di testa col Lecce (13 marzo 2007, ndr)».
Pareva un matrimonio destinato a durare, invece le strade del club e del giocatore nell’estate 2008 si separarono. «Non sarei mai andato via, però la società la pensava diversamente». Il presente. Bassano-Rimini che partita sarà? «Abbiamo lavorato tanto, siamo abbastanza stanchi. Sarà un test utile per prendere fiato». |
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