Gerbino Polo ha rotto il ghiaccio in tempo per la “partita del cuore”

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RIMINI. Sono passati 621 minuti dall’ultimo gol di Luca Gerbino Polo. Era il 15 maggio, Ravenna-Monza 1-1, ultima giornata di regular season. In mezzo i play-out acciuffati per i capelli prima di un’estate tribolata che solo a metà settembre ha portato il centravanti veneto sotto l’arco d’Augusto.
Un avvio complicato quello con la casacca a scacchi, figlio di una condizione fisica da ritrovare e di un’intesa con i nuovi compagni tutta da scoprire. Finché due giorni fa, alla quarta presenza da titolare, non ha interrotto il digiuno, andando a impattare di testa al 31’ un pallone vagante in area calciato da Spighi.
Un sigillo che non significa solo prima segnatura di una punta di ruolo in campionato, ma che soprattutto è servito per propiziare la prima vittoria in rimonta della stagione. Successo che oltretutto allunga a 5 risultati utili la striscia di 4 vittorie e un pari (per trovare un ruolino di marcia più corposo tra i “prof” bisogna risalire al Rimini di Selighini del 2008-’09, imbattuto per sette turni). Il derby. Gol a parte, l’ariete 23enne, favorito dal terreno inzuppato d’acqua che ha obbligato i padroni di casa a tentare la via dei lanci lunghi, ha dato il suo contributo alla causa a suon di sponde e spizzate. «Quello dovrebbe essere il mio gioco sempre - ammette Gerbino Polo -. Col San Marino quasi per costrizione ci siamo dovuti affidare alle palle alte. Però non ho nemmeno il tempo di godermi questi tre punti, che già devo concentrarmi su domenica».
La partita del cuore. Lui non lo dice, ma più che il dovere professionale, sono forse l’entusiasmo e l’euforia a proiettarlo con la mente al match successivo. Rotto il ghiaccio con i biancazzurri del Titano, tra due giorni l’ex Ravenna farà visita a un’altra squadra vestita con gli stessi colori: il Treviso capolista, che i rivieraschi hanno già affrontato ad agosto in coppa Italia (1-1 il finale). Una sfida che per Gerbino Polo, trevigiano doc, rappresenta qualcosa in più di una semplice partita. Suo padre è il medico della squadra.
«È una gara che sento, perché Treviso è la città in cui sono nato e cresciuto, ho tanti amici, compresi molti tifosi della curva. Ho frequentato il Tenni soltanto da spettatore, sarà il mio debutto da giocatore. Ci tengo a questo incontro, ma parlare di derby mi sembra eccessivo. Sarà senza dubbio particolare, ma vale sempre 3 punti». Al di là dei sentimentalismi, l’attaccante conosce piuttosto bene il prossimo avversario, visto che si è allenato con la formazione di Zanin per quasi un mese. «Una squadra organizzata, con un allenatore deciso e fermo. Se potessi, gli toglierei Perna e Ferretti, due bomber che l’anno scorso in serie D hanno segnato 39 gol in coppia. Poi hanno pure Torromino, altro uomo importante in attacco». Alta classifica. Alla società, che in chiave campionato persevera con la consueta perifrasi del “consolidamento della categoria”, la punta replica. «Noi lottiamo per quello che dice la classifica. Cerchiamo di vincere il più possibile, poi vediamo cosa succede. Anche il Santarcangelo non si aspettava di essere nei primi tre, ma adesso farà di tutto per rimanerci».
Dal campo. Da valutare l’infortunio muscolare di Zanetti, anche ieri Rosini ha lavorato a parte.

赵云

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