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Stipendi ok, ma l'accordo è un giallo

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发表于 2013-2-19 18:51:01 | 只看该作者 回帖奖励 |倒序浏览 |阅读模式
Stipendi pagati, al fotofinish. Dunque nessuna penalizzazione in classifica e salvi i contributi federali garantiti dai minutaggi degli under, senza i quali il Rimini rischiava la situazione pre-fallimentare. E ora va firmato l’accordo tra Biagio Amati e il Gruppo Bse, che in queste ore è stato sul punto di saltare. Come in un film, che ha sicuramente i contorni del “giallo” e speriamo con lieto fine, tutto si è srotolato in 48 ore. A far salire la temperatura, 40mila euro (quelli che mancavano per pagare gli stipendi) e soprattutto l’intromissione di un terzo soggetto, quell’Antonio Esposito di cui riferiamo a parte. Raccontiamo i fatti.

Domenica mattina Americo Romano, Ad del Gruppo Bse, dopo aver lavorato in queste ultime settimane assieme ai suoi consulenti (tra cui l’avvocato Luigi Patimo) a una soluzione “ponte”, parte di buonora da Roma. Direzione Rimini, in auto con lui il commercialista Santini. Sarebbe potuto arrivare anche Alfredo Cazzola, legato da un rapporto di fiducia con Romano e in procinto di entrare nel Rimini nella “fase due”, ma un impegno lo tiene lontano.

Dato che Bse non è ancora pronta a dar seguito all’impegno di acquisire il Rimini alle condizioni già note (1,5 mln di euro tra aumento di capitale in più tranches e sponsorizzazione Acqua Claudia), in attesa dell’ok delle banche, Romano ha trovato un imprenditore di fiducia che “garantisce l’operazione” fino a giugno: solido, serio, affidabile. Romano e i suoi consulenti vedono Biagio Amati in mattinata nell’ufficio dell’avvocato Patimo. Tutte le caselle sembrano a posto. I soldi che mancano per pagare gli stipendi entro il 18? Servono 200mila euro, ma avendo il Rimini da poco incassato circa 160mila euro di tranches di contributi federali sul minutaggio, ne servono 40mila. Americo Romano è rigoroso sul punto. E’ l’attuale gestione che se ne deve far carico, visto che si parla di mensilità di novembre-dicembre. Poi sarà invece tutto a carico della nuova gestione, garantita appunto dall’imprenditore di fiducia. Arrivati a giugno, una volta che verrà approvato il Piano dei market OnePrice dalle banche, Bse rileverà tutto. Il resto sembra un dettaglio. Tanto che Romano fa il suo “esordio” al ‘Neri’, guardando la partita al fianco di Amati. Sguardi rassicuranti. Fino a fine partita, quando Amati avverte Romano e i suoi consulenti che c’è anche un imprenditore invitato a vedere la partita e che sarebbe disposto non solo ad “anticipare” i 40mila euro mancanti, ma anche ad avviare una trattativa per comprare la società. Appunto, Antonio Esposito.

Romano e Patimo chiedono di conoscerlo, ma Esposito (per altri impegni) è già andato via. A quel punto l’Ad del Gruppo Bse chiede spiegazioni, Patimo cerca di fare da “pontiere” e ci si rivede tutti nel suo studio. Qui l’irritazione sale. Amati spiega che l’accordo con Bse prevedeva di subentrare nella gestione già a dicembre, dunque basterebbe anche una garanzia da far valere in banca per onorare l’impegno sugli stipendi. Il Gruppo Bse spiega che il problema è di principio: è giusto che sia l’attuale gestione a farsene carico e soprattutto non è giusto che a tre mesi dall’inizio della trattativa, dopo tutto il lavoro fatto, si venga a sapere che c’è un altro imprenditore interessato ad acquisire il Rimini. La riunione va avanti fino alle 18,30 e le parti si lasciano senza troppi sorrisi. Da parte di Bse: pagate gli stipendi poi diamo seguito agli impegni. Da parte di Amati: vedremo.

Ieri mattina altra puntata della storia. Si sparge la voce che Antonio Esposito sarebbe pronto a far partire un prestito che serve a pagare gli stipendi ed evitare il peggio.

Dal Gruppo Bse assistono esterrefatti, pronti a troncare ogni trattativa e salutare il Rimini con un comunicato di auguri. Il fatto però che Esposito, come poi ha chiarito, abbia solo intenzione di “dare una mano all’amico Amati”, ma non abbia affatto eseguito il prestito, fa restare la situazione in stand by. Dalla Rimini calcio non arriva nessuna voce ufficiale e, su precisa insistenza, viene solo assicurato che gli stipendi sono stati pagati. Poi le conferme (non ufficiali) arrivano: il versamento è stato effettuato ieri pomeriggio alle 16,30, in prima persona da Biagio e Marco Amati assieme ad alcuni soci, nella sede di Banca di Rimini, accollandosi anche alcune garanzie.

Ora che succederà? Difficile dirlo. I fatti, dopo questa “due giorni” da libro giallo, sono almeno tre: gli stipendi sono stati pagati, dunque il Rimini non avrà penalizzazione e potrà contare sui contributi federali; bisognerà capire se Antonio Esposito si fermerà davvero alle frasi dichiarate ieri o ha intenzioni diverse (ieri era già al lavoro per studiare i libri contabili del Rimini); ma soprattutto occorrerà capire ora se il Gruppo Bse vorrà dar seguito all’impegno di entrare nel Rimini con la “soluzione ponte” prospettata. In serata, dopo l’avvenuto pagamento degli stipendi e le rassicurazioni sul fatto che l’entrata in scena di Esposito non era per forzare la mano a Bse, il clima è sembrato più sereno. Tanto che Romano e Amati si sarebbero già dati appuntamento entro la settimana per chiudere l’operazione. Alla presenza anche dell’imprenditore che farà da “traghettatore” fino a giugno, permettendo a Bse di mettere intanto “in sicurezza” il Rimini e di poter costruire con calma il suo Piano di finanziamento per aprire i 6 supermercati in Riviera. Ora, pagati gli stipendi ed evitato il collasso, spetta a Bse battere un colpo. Quello decisivo.

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